Abbiamo avuto bisogno di tempo per fare un resoconto dell’ultima Settimana della Moda Uomo. Abbiamo avuto bisogno di sedimentare le idee, di metabolizzare quello che abbiamo visto in passerella, con calma, per evitare di dare giudizi troppo affrettati. Solo che l’opinione a freddo, a distanza di tre settimane dalla conclusione della kermesse di moda meneghina declinata al maschile, non è poi tanto dissimile da quella avuta a caldo.
Sulle passerelle delle più importanti maison abbiamo visto un uomo decisamente sui generis. Dopo molti anni in cui il rigore e l’austerity, complice forse la crisi economica, i tempi bui e il bisogno di certezze, l’hanno fatta da padrone, ha fatto capolino un uomo la cui idea di eleganza – ci sentiamo di potere affermare – è assolutamente discutibile.
Sappiamo benissimo che innovare il concetto di stile è molto più complesso che per la donna, perché il rischio di cadere nell’assurdo e in una moda circense è altissimo, così come quello di cadere nella più profonda banalità. Ma… davvero vogliamo vedere uomini con la gonna? Davvero vogliamo vedere uomini con bomber ricamati di perline, paillettes e strass? Davvero vogliamo vedere uomini con tuniche aperte e genitali al vento? Senza parlare di sandali di pelliccia che nemmeno Fred Flinstone indosserebbe?
Ma anche no. Sappiamo benissimo che, come ci raccontava Enzo Miccio nell’intervista che ci ha rilasciato da Richmond, la passerella è uno show e che molti capi e accessori mai e poi mai andranno in produzione, ma il rischio è qualcuno prenda davvero alla lettera le proposte degli stilisti e si presenti ad una cena di lavoro indossando una gonna scampanata. Anche perché non tutti sono in grado di seguire la moda senza diventarne schiavi.
Qualcuno, a commento di quest’ultima Men Fashion Week, ha anche detto che se finora non ci siamo preoccupati per le donne che rubano dal guardaroba maschile non ci sarebbe motivo di preoccuparci del contrario. Si è anche tirato in ballo la discussione sul genere, corroborata da modelli efebici che indossavano pizzi e merletti, camicie con maxi fiocchi e leggings. Ora la cosa potrebbe starci anche bene. La moda unisex esiste e esisterà. Ma bisogna anche saperla fare, senza eccedere, senza scadere nel circense a tutti i costi.
E, ad onore del vero, in tutta questa confusione c’è chi è riuscito ad interpretare bene la tendenza. Stiamo parlando di Giorgio Armani, che per ribadire ancora meglio il concetto ha fatto sfilare, uno di fianco all’altra, modelli e modelle con lo stesso look. Uomini e donne che indossano lo stesso blazer, gli stessi pantaloni morbidi con le pince in vita, le stesse scarpe stringate. Equilibrio, misura e pulizia. E allora sì che possiamo cominciare a parlare di eleganza.
Pinella Petronio