LA CAMICIA

Partiamo da una curiosità: sapete perché è considerata una mancanza di stile togliersi la giacca e rimanere in manica di camicia? Perché in origine – e ancora oggi secondo il Galateo – la camicia è considerata un indumento intimo: si usava sotto una sopravveste e si lasciava in vista solo il colletto.

Ed è proprio il colletto a definire lo stile di una camicia. La distinzione principale è quella tra colletto alla coreana, in voga perlopiù fino agli anni ’30 del XX secolo, e colletto rovesciabile, proposto in diverse fogge (ad esempio, colletto all’italiana, alla francese, button-down, club, ad alette, a linguetta ecc…).

La maggior parte delle varie forma di colletto sono realizzate per essere indossate con la cravatta e, a seconda del modello del colletto, si sceglie il tipo di nodo della cravatta più adatto, onde evitare un risultato anti-estetico evidente.

 

VARIE TIPOLOGIE DI COLLETTO

  • collo alla coreana: composto solo dal solino, può essere indossato abbottonato o aperto. Senza cravatta.
  • collo all’italiana (o kent collar): colletto a punte dritte, piuttosto lunghe, con un bottone, ideale per tutte le occasioni, specie per eventi formali o mondani. In questo caso, il nodo della cravatta non deve essere troppo voluminoso.
  • collo alla francese (o cutaway collar): è detto anche “colletto aperto” perché presenta un taglio netto che accorcia e divarica le punte. È un modello considerato giovane e trendy, da abbinare a un nodo di cravatta voluminoso, come ad esempio il nodo Windsor.
  • collo button-down (o soft roll collar): caratterizzato da due bottoni che fermano le punte. Le più famose camicie button-down sono realizzate da Brook Brothers, di cui Gianni Agnelli era cliente affezionato e, ad oggi, è uno dei pochi contributi fornito dagli Stati Uniti alla moda maschile classica. È un colletto adatto all’abbigliamento informale o casual, ma può essere indossato anche con la cravatta.
  • collo club: colletto con punte arrotondate e una linguetta che unisce i due lembi. Questo modello faceva parte delle divise degli studenti dell’Eton College e sottolineava, dunque, l’esclusiva appartenenza a quel “club”. Oggi è considerato un classico per gli uomini di stile. È uno dei colletti di camicia più adatto per essere portato con la spilla: la spilla, che viene appuntata tra le punte del colletto, deve stare sotto il nodo della cravatta per tenere le punte del colletto ferme sulla camicia e spingere il nodo della cravatta in fuori. Il nodo di cravatta consigliato per il collo Club è il Four in Hand, ma va bene anche un nodo semplice.
  • collo ad alette (o wing collar): da indossare nelle occasioni più importanti, con il tight, il frac o lo smoking. Di solito è presente su camicie bianche o avorio realizzate in tessuti pregiati e viene abbinato a cravatte o cravattini neri o grigioperla.
  • collo a linguetta (o tab collar): è un colletto di grande eleganza dal taglio lungo e con punte strette unite ai lati da due piccole fascette che tengono sollevato il nodo della cravatta. Questo modello va indossato solamente con la cravatta (non può essere portato nemmeno con la cravatta allentata). Secondo la tradizione, il primo a indossare un Tab collar è stato Edoardo VIII.
  • pin collar: collo dalle punte corte, che prevede l’utilizzo di una spilla per sostenere il nodo della cravatta. È un colletto molto amato dagli americani, ma che difficilmente vedrete indossato da un europeo. Con questo colletto la cravatta è d’obbligo. È consigliato l’utilizzo di un nodo ampio.
  • collo staccabile (attachable collar): utilizzato ormai solo dai dandy e dai nostalgici degli anni ’30 del XX secolo, quando questo modello era molto in voga. Al tempo, infatti, non tutti potevano permettersi di far lavare le proprie camicie tutti i giorni o di acquistarne di nuove, così lavandone e acquistandone solo le parti removibili, come il colletto e i polsini, davano l’impressione di avere a disposizione molti più capi. Tra ipersonaggi più eccentrici che adottano ancora il collo staccabile figura lo scrittore americano Tom Wolfe.

 


COME RICONOSCERE UNA CAMICIA DI QUALITÀ

Tessuto

La qualità di una camicia passa in primis dalla stoffa con cui è realizzata. Se volete andare sul sicuro, scegliete tra i tessuti batista, popeline, Oxford, Royal Oxford, Sea Island, Twill ritorto o a spina di pesce, Pinpoint. Se volete un’alternativa al cotone, L’Avvocato vi consiglia, invece, il lino, la seta, la flanella di cotone o la viyella.

 

 

Corrispondenza del motivo

Se indossate una camicia a righe, a quadri o con disegno geometrico, un indizio che può farvi capire se è di ottima fattura, è la corrispondenza del motivo, specie all’altezza dell’attaccatura delle maniche: deve corrispondere al millimetro.

Bottoni

In una buona camicia i bottoni sono rigorosamente in madreperla. Nelle camicie più sportive, tuttavia, sono accettati anche i bottoni in avorio, cuoio o legno.

Colletto con bacchette estraibili

Una camicia di qualità, soprattutto con collo all’italiana,  deve essere munita di bacchette estraibili, chiamate anche “tendicollo” perché servono a mantenere la giusta curvatura del colletto e a impedire alle punte di rialzarsi. Le bacchette sono generalmente di plastica, ma possono trovarsi anche nella variante più preziosa in ottone.

Impuntura

Una camicia di ottima fattura presenta circa 8 punti per centimetro. La cucitura viene fatta sempre con un ago singolo (single niddle), anche nelle impunture doppie. Questo rende più precisa e resistente la cucitura e fa sì che la stoffa non si arricci dopo il lavaggio.

 

COME SI INDOSSA UNA CAMICIA

  • Giacca e camicia devono avere la giusta lunghezza: il polsino deve sporgere di un centimetro abbondante (la misura si prende con il gomito piegato all’altezza dello stomaco). La regola è che il polsino della camicia deve arrivare a coprire l’articolazione del polso, poggiando sull’attaccatura del pollice. Nel prendere le misure, tenete sempre presente che la camicia può restringersi per almeno 4/5 lavaggi.
  • Il colletto della camicia, all’altezza della nuca, non deve mai restare nascosto dalla giacca. L’altezza del colletto, a prescindere dai dettami della moda, non deve quindi restare troppo bassa.
  • Le punte di un colletto devono sempre aderire allo sparato della camicia, anche quando si ruota la testa. Il colletto deve, pertanto, avere una circonferenza tale da impedire alle punte di sollevarsi. Anche un nodo di cravatta troppo voluminoso può far incorrere in questo inconveniente, quindi ponete attenzione anche a questo dettaglio.
  • Il bordo esterno e le punte del colletto devono rimanere coperte dal risvolto della giacca.
  • Il nodo della cravatta deve stare esattamente nel triangolo fra i due lembi del colletto, senza scivolare verso il basso.