IL PIACERE DEL NODO
In generale, avere un nodo in gola non costituisce un piacere ricercato dagli individui, tanto meno dall’ Homo Elegans. Tuttavia nel mondo onirico della cravatta le cose stanno diversamente. Un nodo ben fatto e abbinato, anche alla propria personalità, rappresenta un piacere ed un’emozione. Le scelte che ogni mattina ope ria m o ne l guardaroba , indipendentemente dalla professione svolta, rappresentano un termometro dello stato d’animo. Pensiamo alla camicia, alla cravatta stessa, al vestito, all’ammaestramento della pochette, alle scarpe, alle calze, alla sciarpa, al cappotto, ai gemelli, al cappello. Ogni elemento ha un suo perché e tutti dovranno convergere verso un’armonia d’insieme.
In questo palinsesto di abbinamenti, il nodo della cravatta richiede una manualità che offre l’opportunità di creare e differenziarsi. Per questo possiamo considerarla un’opera d’arte ad uso personale, una scultura destinata a durare un solo giorno. La scelta del nodo può dipendere da diversi fattori come dal collo della camicia, dal tipo di cravatta (lunghezza, tessuto, larghezza e usura), dalla corporatura e persino dalla personalità. Il tipo di nodo che facciamo è un messaggio chiaro di chi siamo, cosa vogliamo, come ci vediamo e come vogliamo che gli altri ci vedano
PRATT o SHELBY
Il nodo della scintilla
E’ l’unico nodo che ha ricevuto molta attenzione un po’ in tutto il mondo. Fino alla sua scoperta se ne conoscevano soltanto quattro! Il nodo Pratt deriva dal nodo Nicky, non si allenta ed è simile a lui per forma e dimensione.Nel 1989 il “New York Times” ed il “Daily Telegraph” rivelarono che Jerry Pratt, l’inventore americano dal quale il nodo stesso prende il nome, lo usasse da oltre 30 anni prima che Don Shelby rendesse di dominio pubblico la sua costruzione. Ancora oggi viene chiamato erroneamente mezzo Windsor alla rovescia. Per realizzare il nodo Pratt, bisogna mettere la cravatta attorno al collo a rovescio.
NICKY
Il nodo della genialità
Il nodo Nicky è stato inventato nel 1952 da Leopoldo Curami titolare e parente di Nicky Chini fondatore del brand milanese Cravatte Nicky. Nel 1989 David Kelsall si sbagliò nel fare il nodo Pratt e senza saperlo riscoprì il nodo Nicky. Elegante e versatile; ogni collo di camicia vorrebbe essere “legato“ da questo fantastico nodo anche perché permette di sgualcire meno la cravatta allungandone la “vita” Per realizzarlo, bisogna mettere la cravatta attorno al collo a rovescio. Il vantaggio principale di questo nodo rispetto al classico Pratt, è la facilità con cui si disfa senza lasciare un nodo residuo.
PRINCE ALBERT
Il nodo dalla doppia personalità
Prince Albert è un nodo inventato dallo scrittore polacco Joseph Conrad uno dei più importanti scrittori moderni in lingua inglese. Per realizzare questo nodo l’estremità attiva viene passata attraverso il primo e secondo giro! Utile anche quando una cravatta è logora e sottile oppure quando si vuole aumentare il volume del nodo se è stretta. E ’ molto compatto e difficilmente si allenta. Lo sviluppo verticale del nodo si sposa perfettamente con camicie dal colletto allungato.
MEZZO WINDSOR
l nodo per tutti
Questo nodo, chiamato anche mezzo Scappino, è senza dubbio il più versatile tra tutte le “opere d’arti” che si possono realizzare con la cravatta. Si adatta a tutti i colletti e la sua forma simmetrica soddisfa tutti i gusti. Se la cravatta è di peso leggero allora il nodo risulterà discreto mentre se è di trama fitta o in lana assumerà una forma imponente. E’ un nodo che ha una bella tenuta grazie ai due passaggi per il centro. Da evitare cravatte di maglia.
St. ANDREW
Il nodo della disciplina
E’ un nodo che richiede un passaggio in più rispetto al mezzo Windsor , tuttavia la sua forma potrà risultare più stretta utilizzando cravatte di trama sottile. Si adatta bene anche alle camicie con colletti aperti, ma non troppo, a meno che la cravatta non sia di trama pesante. Se è ben annodato ha una profondità che gli permette di stare eretto e ricadere bene. Se lo si stringe nel modo giusto fa sporgere leggermente la cravatta dal collo, formando un vuoto prima di ritornare sul petto. Per ottenere questo effetto si stringe dolcemente la cravatta attorno al collo e poi tirando il nodo verso l’alto. Per realizzare il St. Andrew, bisogna mettere la cravatta attorno al collo a rovescio. Non si allenta!
St. ANDREW (variante)
Disciplina ed entropia
Questa variante dona al nodo una forma allungata asimmetrica mantenendo le stesse caratteristiche di quello principale. Quindi, se lo si stringe nel modo giusto, fa sporgere leggermente la cravatta dal collo formando un vuoto prima di ritornare sul petto. Perfetto con colletti allungati e non troppo aperti. Se è ben fatto difficilmente si allenta. Per realizzare questo nodo, bisogna mettere la cravatta attorno al collo a rovescio.
PLATTSBURGH
Il nodo della rinascita
Il nodo Plattsburgh è simmetrico e caratterizzato da un ampio cono invertito con un’apertura stretta. E’ l’unico nodo di dimensioni modeste che esibisce un’ampiezza come i nodi di cravatta più grandi. Ottimo con cravatte di peso leggero o medio con colletti a semi coda di rondine. Questo nodo è anche molto efficace per riportare in vita cravatte un po’ consunte. Grazie ai due passaggi centrali il Plattsburgh non si allenta. Per realizzare questo nodo, bisogna mettere la cravatta attorno al collo a rovescio.
CAVENDISH
Il nodo della nostalgia
Questo nodo è totalmente diverso da tutti quelli a otto passaggi come il Windsor. Dalla successione si evince che è un Four in Hand (nodo quattro passaggi e più usato al mondo) con una certa massa. Infatti è la concatenazione di due Tiro a Quattro. La particolarità del Cavendish è l’aspetto del nodo che dipende sia dall’esecuzione che dal peso della cravatta. Se è di tessuto leggero può essere scambiato per un Tiro a Quattro. Infatti le cravatte di trama fitta, di lana o di maglia hanno l’effetto di esagerare la dimensione del nodo. Mentre quelle di twill o di satin producono nodi più piccoli. Ottimo per colletti allungati e semi aperti. Tiene bene.
GRANTCHESTER
Il nodo cavalleresco
Questo nodo è più stretto e meno vistoso rispetto al Cavendish e al Plattsburgh. Molto dipende dal tipo di tessuto della cravatta, quelle di twill producono nodi relativamente piccoli rispetto alla lana. Il Grantchester se è ben realizzato difficilmente si scioglie e quando si stringe per formare la cosiddetta “ fossetta “ dona al nodo uno stile inconfondibile. La sua evoluzione verticale trova la sua massima espressione con colletti allungati, tuttavia se la cravatta è di trama pesante si adatta bene anche con quelli più aperti. Per realizzare questo nodo bisogna mettere la cravatta attorno al collo a rovescio.
L’arte di adornarsi il collo è una delle piu diffuse: almeno seicento milioni di persone la perseguono ogni giorno nel mondo. < 188 nodi da collo >
“Quando prendete in mano una cravatta sappiate che la sua anima, nel momento in cui fate il nodo, diventa lo specchio fedele di voi stessi.“
Mario P. Caiazzo