A cura di Ivan Mercolini
L’abbigliamento
Parliamo ora di abbigliamento, di eleganza. Il modo di vestire deve essere personalizzato alla vostra persona, parla di voi. Quindi dovete sentirvi a vostro agio in un certo abbigliamento, perciò non seguite i dettami della moda del momento, né indossate particolari indumenti perché hanno una firma prestigiosa. Siate emancipati e portate ciò che vi fa stare a vostro agio, che si addice al vostro carattere e stato d’animo predominante. Le regole principali per i gentiluomini sono le seguenti:
a. Non si indossa una camicia a scacchi con una giacca a righe e viceversa;
b. Il foulard ta taschino non deve avere lo stesso colore della cravatta;
c. Il nodo alla cravatta, a prescindere dallo stile, deve essere di media misura, no a nodi piccolissimi né enormi insomma;
d. Le cravatte fantasia richiedono camicie in tinta unita;
e. La cravatta va intonata alla camicia e non all’abito. Se non si è esperti di look, di moda, si evitino azzardi nella scelta di questo accessorio: lo si scelga tinta unita, a pallini, o a righe, o a piccolo motivo ripetuto.
f. Cercate di non imitare il look di personaggi famosi, e qui riprendo il concetto che l’abito dev’essere personalizzato a voi. I soggetti insicuri cercano sicurezza imitando quanto proposto dal WC multicanale. Ma i vips sono vips e voi siete voi. Un vip, anche se veste trash, nella peggiore delle ipotesi sarà etichettato come eccentrico. Mentre voi, se vestirete trash, sarete etichettati semplicemente come trash.
g. Oggi sono di moda le fibbie delle scarpe slacciate, ma il Galateo ufficiale continua a sconsigliarle;
h. In casa state pure in tutta ginnica, per essere comodi e poter svolgere agevolmente le mansioni domestiche. Ovviamente questo è lecito solo se non aspettate ospiti. La tuta va infatti usata solo per i lavori di casa e l’attività fisica, ivi compreso il fast walking sulla battigia. Non si accolgono ospiti in tuta (escluso gli intimissimi), né si esce con questa per lo shopping, o al caffè, o peggio durante l’aperitivo o alla colazione.
i. Per quel che concerne l’intimo, suggerisco boxer a pantaloncino attillati solo a chi ha il tono e la fisicità adatti, ed è ancora giovane. Per gli altri consiglio boxer a tinta unita o con sobri motivi (si evitino disegni kitsch o colori sgargianti, soprattutto se poi li si mostra in spogliatoio in palestra). Anche gli slips vanno benissimo, delle tonalità suggerite per i boxers. Tra boxer e slip quale preferire? Il Galateo moderno autorizza entrambi. Io personalmente ritengono che i boxer mascherino meglio le situazioni fuori-forma rispetto agli slip. Direi che in ordine decrescente di forma ed età è bene usare: boxer a ciclista attillato, slip, boxer classico.
l. Anche le vestaglie e le giacche da camera è bene che abbiano colori a tinta unita o con motivi sobri e classici (i soliti pois, righe, ecc..). Grandi draghi, aironi che spiccano il volo o sirene si lasciano ai più giovani.
m. Si evitino nel modo più assoluto calzini corti, peggio ancora se bianchi. Il colore di questo indumento va intonato con quello predominante della cravatta. Nel dubbio usate colori che stanno bene su tutto come il blu o il grigio scuro. Il bianco va usato solo per l’attività fisica e solo con scarpe ginniche.
n. Se siete calvi o comunque tendenti all’alopecia, potete portare il cappello. Ricordatevi però di toglierlo quando entrate nei negozi e nei locali pubblici. Portate la vostra calvizie con dignità e buon gusto, evitando il riporto e tenendo i rimanenti capelli il più corti possibile. Non tingeteli perché si accentuerebbe il problema.
o. I guanti sono tornati d’uso come accessorio elegante. Purtroppo i films gialli hanno dato al guanto nero di pelle cattiva fama da accessorio di serial killer. Si eviti quindi il colore nero per il guanto, e si portino marroni o grigi anche se le scarpe indossate sono nere.
p. Anche se oggi si è più elastici, è mio consiglio che i gentiluomini portino scarpe e cintura dello stesso colore.
q. Tra la pelle marrone e quella nera, per gli accessori (ad esempio cinturini d’orologio), è più elegante la marrone, che si avvicina di più al colore del cuoio naturale. Ma il nero è comunque accettabilissimo.
r. I capi in pelle nera sono adatti solo per i più giovani, gli adulti evitino di sembrare ufficiali delle SS.
s. Il borsello che sembrava venisse rilanciato, è invece un accessorio maschile sconsigliato, sinonimo di pacchianeria. Meglio una borsa porta documenti senza tracolla, se proprio avete vari oggetti da portarvi dietro.
t. L’uomo eviti di indossare gioielli; è tollerabile un solo orecchino all’orecchio sinistro solo finchè si è giovani, ma fuori dall’ambiente di lavoro. No a catene, catenine, bracciali da boss mafioso o protettore di prostitute anni ’50.
u. Portare l’accendino, soprattutto se in metallo e di classe, è accettabilissimo. Una volta lo portavano anche i non fumatori, per poter porgere il fuoco alle dame fumatrici. Ovviamente questa pratica è oggi fuori luogo in quanto, rispetto ai secoli scorsi, è assodato l’effetto dannosissimo del fumo, sia attivo che passivo. Fumare oggi, rispetto ai secoli scorsi, è considerato volgare, vecchio, dà un’immagine di scarsa cura e rispetto della propria persona. Questo vale sia per gli uomini che per le donne.
v. Quando in un invito si specifica “cravatta nera” comporta il doversi presentare in smoking, quando invece si cita “cravatta bianca”, si intende il frac. Lo smoking che si indossa oggi risale al modello anni venti del 1900. Lo smoking nacque alla fine del XIX secolo come versione semplificata della giacca da camera. Il frac si utilizza solo per cerimonie ufficiali. E’ un capo che richiede un fisico asciutto, per non rischiare di assomigliare ad un pinguino. Proprio perché riservato esclusivamente alle cerimonie, si eviti di indossarlo a teatro o comunque a sproposito.
Punti fondamentali:
– mai calzini corti né bianchi (salvo per il jogging e la ginnastica);
– la cravatta non va mai coordinata al fazzoletto da taschino;
– sotto la giacca sempre camicie a maniche lunghe;
– sotto la giacca non deve mai trasparire il profilo della canottiera;
– non si porta il doppiopetto sbottonato, né senza cravatta;
– non si porta lo stesso abito per due giorni di seguito;
– le scarpe marroni si portano solo per la prima parte della giornata, mai di sera;
– non si slacciano i bottoni dei polsini della camicia;
– del gilet classico e del cardigan non si abbottona l’ultimo bottone in basso.
Ora qualche consiglio “unisex” del Galateo dell’abbigliamento e poi passo a consigli specifici per le gentildonne….
Il filosofo francese Abel Dufresne diceva: “La persona insignificante segue la moda, la presuntuosa la esagera, e quella di buon gusto scende a patti con essa”. Ergo: nella scelta degli abiti lasciate perdere le griffe – che oggettivamente non significano niente se non a soddisfare una vs. necessità psicologica – e controllate la qualità dei tessuti e delle cuciture, scegliete modelli classici che resistono alle mode passeggere…. e…. appunto: scendete a patti con la moda, adattatela alle reali possibilità del vs. stato di forma, della vostra età, della vostra sensibilità.
Accostate solo due colori. I classici accostamenti estivi sono bianco e blu (o azzurro), blu e rosso. Accostamenti invernali sono marrone e beige, viola e marrone, marrone e verdone o rosa. Il nero e il bianco si accostano ad ogni altra tinta, in particolare il primo si adatta bene alle tinte chiare.
Per rendervi ancora più semplice l’idea di ciò che voglio dirvi, considerate che le tinte devono richiamare la stagione: in estate si usino tinte chiare, in inverno colori più scuri.
Non accostate due fantasie diverse. L’effetto è “un pugno in un occhio”, è chiassoso. Si può tentare di accostare due fantasie diverse solo a patto di utilizzare gli stessi colori, ma il risultato è sempre un azzardo, da lasciare solo a chi si intende davvero di design. Voi evitate i risolini di sottofondo possibilmente. E’ più sicuro usare una sola fantasia e per il resto dell’abbigliamento, si usi una tinta unita che riprenda una delle tinte della fantasia. Per esempio una camicia a fiori blu, gialli e arancio va bene con pantaloni e maglioncino blu, se poi siamo in primavera allora è meglio un colore più vivace, quindi pantalone e giacchino da vento arancio. Oppure il bianco, soprattutto per le ladies, in quanto abbiamo detto che si combina bene con tutte le altre tinte.
Attenzione alle sfumature: se in eccesso danno un effetto spiacevole. Quindi il pantalone blu, con camicia blu chiara, sciarpa blu scura, golf di un altro blu ancora hanno, combinati assieme, un effetto inguardabile.
Ci sono due colori che non accosterei, come il verde con il blu, anche se oggi, ripeto, si è di vedute più aperte.
E dato che siamo nel campo del model training vediamo come ci si veste ad una sfilata. Ovviamente parlo degli spettatori e delle spettatrici, non delle modelle per le quali ci pensa lo stilista. La sfilata è sempre un evento adorabile, una manifestazione di bellezza che adoro tanto quanto le bambole di porcellana, anche se la mia solitudine mi rende sempre meno accessibile la mondanità invero. Alle sfilate troverete buyer, commercianti, fotografi, giornalisti, vips, e si svolgono di pomeriggio o al mattino per una mezz’oretta o poco più, tra flashes, sottofondo musicale ad alto volume che ritma il passo delle modelle/i. In queste occasioni, ripeto affascinanti, il massimo della cortesia è indossare un abito disegnato dallo stesso stilista che presenta la sua sfilata. Cioè alla sfilata di Dolce & Gabbana indossate abiti di Dolce & Gabbana, alla sfilata di Valentino indossate abiti di Valentino, alla sfilata di “XYZ” indossate abiti “XYZ” insomma. Magari, per evitare ostentazione, non utilizzate tutti capi di quella firma, ma solo quelli più evidenti e senza mostrare la firma apposta. In caso non possediate abiti di quella firma, optate per indumenti neutri, non riconducibili a particolari stilisti. Sarebbe davvero maleducato alla sfilata di “XYZ” indossare abiti di “Rossi”, dal taglio e dalla fattura così caratteristici da essere facilmente riconoscibili. Inoltre, siano i vostri vestiti sobri, non diano nell’occhio, poiché l’attenzione dev’essere per i pezzi in passerella e non su di voi. Cercare di attirare l’attenzione è sinonimo di egocentrismo.
Tratto da : http://www.my-personaltrainer.it/bellezza/galateo-moderno4.html